Cima Cenon – Croz di Primalunetta
Percorso della memoria L34
Partenza e arrivo
Piazzale Loc. Hotel
Tempo di percorrenza
7 ore
Grado di difficoltà
Per escursionisti esperti
Descrizione del percorso
Dal piazzale in Loc. Hotel presso la Cappella degli Alpini, (m 1325) si percorre la strada asfaltata che sale a Malga Cenon di Sopra. Si prosegue sulla stessa strada che diventa sterrata, fino all’inizio del campivolo di Malga Val di Prà dove, sulla sinistra, si imbocca il “sentiero della memoria” con segnavia L34. Oltrepassati gli edifici della vecchia malga, il sentiero incomincia ad inerpicarsi, attraverso comodi tornanti, sul canalone erboso che scende da Cima Cenon. Quasi al limite della vegetazione il sentiero piega decisamente a sinistra giungendo in una piccola radura sullo spigolo Ovest di Cima Cenon, l’Aia Patissi. Già da questa posizione si incomincia ad avere un’ottima panoramica su tutta la Val Campelle e su tutta la prima parte della catena del Lagorai. Il sentiero piega ora a destra puntando decisamente sulla Cima Cenon. Dopo una breve ripida erbosa siamo ormai sopra il limite della vegetazione ed il panorama diventa, passo dopo passo, sempre più mozzafiato. A fianco del sentiero, dopo un primo gradone erboso, si scorgono i resti delle baracche austroungariche (villaggio primavera), costruite durante il breve periodo in cui le truppe imperiali riuscirono a tenere il controllo delle Cime di Cenon e di Primalunetta a seguito dell’Offensiva di Primavera o Strafexspedition. Aiutati anche dagli omini in pietra, il sentiero sempre perfettamente segnalato con segnavia bianchi e rossi, porta in breve alla Cima Cenon (m 2278). La vista a 360° da qui è davvero stupenda: dalle vette Feltrine al massiccio del Grappa; dal Gruppo dell’Ortigara al Pasubio. In primo piano la catena del Lagorai ed il Gruppo di Cima d’Asta che pare di toccarle con mano. Si percorre tutto il pianeggiante crinale Est fino a raggiungere in una decina di minuti Croz di Primalunetta. Qui il sentiero entra in quello che fu il Villaggio Italiano durante la Grande Guerra, potenziato dopo la riconquista italiana della cima avvenuta il 3 luglio 1916. Grazie al recente intervento di consolidamento delle mura, di ristrutturazione delle trincee e delle postazioni in caverna, la zona si presenta come un vasto ed interessantissimo Museo all’Aperto. La fedele ricostruzione di una baracca permette all’escursionista il bivacco in caso di emergenza.
Lasciate le imponenti opere militari, attraverso i resti della mulattiera di accesso, il sentiero scende lungo un ripido canalone che porta in breve alla Forcella Tavarade. Si piega a sinistra sempre con segnavia L34, percorrendo una comoda mulattiera della Grande Guerra arrivando a Forcella Caldenave. Si arriva ora in una magnifica conca prativa ove i ghiaioni che scendono dai canaloni del Tombolin di Caldenave si incuneano come delle colate vulcaniche dentro un verdeggiante pascolo di alta quota. Si incrocia il sentiero SAT 332 proveniente dal Forcella Ravetta che si scorge in alto a destra. Si scende attraverso questo ultimo sentiero fino al Rifugio Caldenave. Da qui lo spettacolo che si presenta è a dir poco incantevole. La radura che si apre sotto il colle sul quale sorge la Malga Caldenave è solcata dai magnifici meandri delle trasparenti acque del Rio Caldenave. Alle spalle, fanno da sfondo a questo suggestivo paesaggio i superbi ed aguzzi campanili granitici della Cresta Ravetta con Cima Trento (m 2530) e Cima Quarazza (m 2526) . Si scende verso valle attraverso il sentiero 332 che ci porta a loc. Tedon e quindi al punto di partenza presso la loc. Hotel.
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